L’essere cresciuta in un piccolo paesino in mezzo alla campagna, all’interno di una fattoria, mi ha dato modo di imparare ad apprezzare e conoscere il ciclo della natura e, con essa, delle stagioni.
Siamo appena entrati nell’autunno e questo significa il tempo del raccolto, dopo l’esplosione della crescita maturata in estate.
Quando parliamo di raccolta a settembre è impossibile non pensare alla vendemmia.
Per il Friuli, il vino non è solamente qualcosa che si versa in un bicchiere, ma è un vero e proprio punto cardine della cultura rurale.
Il vino è un modo di intendersi, di stare insieme, di comunicare. E questi non sono aspetti che ritroviamo solamente nel prodotto finito, ma anche nella sua creazione.
La vendemmia è fatta di un gioco di squadra, dove più persone percorrono le fila di viti raccogliendo grappolo dopo grappolo. E in mezzo a questo lavoro ci sono racconti, sorrisi e compagnia.
Il vino, quindi, racchiude al suo interno un milione di storie, le assorbe, le fa proprie e le porta con sé in ogni sua fase.
È un prodotto che nasce piano, con pazienza e si consuma con altrettanta calma, per assaporarlo fino in fondo. Il vino ha in sé una poesia che si conserva nel tempo, esattamente come una fotografia.





