Ieri è stata la giornata internazionale per i diritti delle donne, una celebrazione che trova ancora spazio ai giorni nostri, dove sebbene in alcuni contesti possa sembrare (almeno sulla carta) che la parità sia un traguardo ormai raggiunto, in realtà l’essere donna è ancora vittima di stigma sociale.
La donna pare ancor essere realizzata solo nella figura di madre e moglie. Il non avere figli, per scelta o per altre motivazioni, viene ancora visto come un difetto, come il non essere una donna completa.
Ma una donna non è solo questo: una donna è emozione, passione, pensiero, sentimento, intelligenza, forza, fantasia… una donna è un’esplosione di colori.
Ognuna ha le sue sfumature, ognuna deve essere libera di potersi abbracciare e accettare per com’è senza sentirsi in colpa, giudicata, osservata. Perché spesso questo senso di colpa è proprio un fattore culturale, una catena da portarsi addosso a cui veniamo educate sin da bambine.
Una catena che va spezzata perché partendo dal piccolo, poi, si espande anche in cose più grandi.
Da inizio pandemia, il 70% delle persone che ha perso il lavoro sono donne e i femminicidi sono aumentati del 77%.
Sono solo due cose, ma potremmo citare ancora chissà quanti altri dati. E stiamo parlando solamente dell’Italia.
Bisogna mettere un punto a tutto questo e per farlo dobbiamo partire da noi stesse, prendendoci cura della nostra persona, lasciandoci libere di essere chi siamo veramente.
Per questo, oggi voglio proporvi alcuni ritratti che ho avuto modo di scattare nel tempo a diverse donne che che in qualche modo hanno messo piede nella mia vita. Elencarle tutte sarebbe un lavoro lungo, ma in questa piccola selezione, credo traspaia quanto detto sino ad ora: ognuna è unica, ognuna brilla di luce propria, ognuna è donna affermando se stessa per chi è.








