Redefine me è un percorso, più che un vero e proprio progetto. E’ stato un lavoro che dal punto di vista emotivo mi ha messa sottosopra in un modo che mai avrei immaginato.
Questo lavoro è nato da un incontro, quello tra me e la dott.ssa Samantha Serpentini, referente psiconcologia della Breast Unit allo IOV di Padova.
A distanza di un anno, sono ancora vive in me le storie che ognuna delle dieci persone che ha aderito al progetto ha condiviso all’interno del gruppo, cercando poi attraverso 3 fotografie di ritrovare una nuova dimensione di sè, di ridefinirsi dopo la ferita provocata dalla malattia oncologica.
Ricondivido con voi, oggi, le storie che avevo postato su instagram nei giorni in cui tornavo a casa dopo le varie sessioni, nelle mie ore di treno solitarie, e risento perfettamente quelle stesse parole ribattermi in testa, nel petto.
Oggi Redefine Me trova la sua collocazione in una mostra per la prima volta all’interno della Corte di Palazzo Moroni a Padova, rimanendo poi allestita fino al 28 luglio.
L’emozione è tanta, è forte, soprattutto perché oggi la fotografia c’entra ben poco. Oggi non ci troviamo di fronte a semplici fotografie, oggi ci troviamo di fronte alle anime di 10 persone che hanno deciso di usare la fotografia per ritrovarsi. Oggi si parla di loro, delle loro vite, dei loro percorsi.
A causa del Covid, l’ingresso alla mostra sarà contingentato, ma spero che nel caso in cui vi trovaste a passare per Padova, possiate fermarvi e ascoltare queste immagini con non solo gli occhi, ma con il vostro spirito.


