Due settimane fa ho avuto modo di recuperare alcune vecchie foto di famiglia. (E quando dico vecchie, intendo veramente vecchie.)
E’ stato emozionante tenere in mano quelle immagini e osservare parte di un mio passato che non ho avuto modo di conoscere, ma che scorre inevitabilmente dentro me.
Una delle foto che ho avuto, infatti, risale al 1906 ed è un ritratto dei miei trisavoli, i genitori della mamma di mio nonno paterno (so che è un casino da capire quando si parla di gradi di parentela, ma abbiate pazienza!)
La fotografia è un ponte nel tempo capace di metterci in contatto con chi non abbiamo avuto modo di conoscere. Non so quanti di voi abbiano visto il film Pixar Coco (se non l’avete visto, mi dispiace ma ci sono spoiler), ma credo che esso possa riassumere perfettamente quello che intendo. Il film, infatti, è ambientato durante “lo dias de los muertos” dove le anime di chi non c’è più fanno ritorno sulla terra per ricongiungersi con i propri cari, a patto che questi abbiano ancora loro memoria ed espongano la loro fotografia in un altare in casa.
La fotografia è il mezzo per ricordare, per non dimenticarsi di loro e al contempo imparare a conoscere più noi stessi, capendo da chi e da dove veniamo. Tramite essa, possiamo ricostruire la nostra storia.
Proprio perché ritengo che queste immagini siano un bene di un valore inestimabile, e visto che ovviamente portavano su di esse i segni del tempo, ho deciso di dedicarmi con cura ad esse, facendone delle scansioni e cercando di dar loro una seconda vita.
Qua sotto troverete i risultati di alcune foto che ho restaurato digitalmente.
Quello che voglio dirvi prima di chiudere però, è ancora una volta di aver cura dei vostri ricordi, perché saranno sempre un porto sicuro a cui tornare, saranno sempre la casa che voi costruirete per voi stessi.
