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Il “Cocco”, l’anarchico di Pozzis

Circa un anno fa, un mio caro amico ed io siamo andati ad esplorare alcuni posti qui nella nostra regione e siamo finiti per caso a Pozzis.

Per la maggior parte di voi questo piccolo paese non significa nulla, ma per chi è di quella zona significa solo una cosa: il “Cocco”, l’unico abitante di questo paesino dove si è rifugiato nel 1983.

Non appena siamo arrivati, abbiamo cominciato a camminare tra le vecchie case abbandonate, fino ad imbatterci nel cartello “Repubblica Libera di Pozzis – Cocco Meeting”.
Ci lasciamo guidare dall’indicazione e ben presto scorgiamo quest’uomo intento a trafficare nelle sue cose.

Ci accoglie con un’aperta umanità e comincia a raccontarci della sua vita, senza filtri, perché è così che è lui. Una figura forse controversa, per chi conosce fino in fondo la sua storia, ma che al giorno d’oggi pare essere benvoluto da tutti.

Nonostante abbia passato i 70 anni, nel 2018 ha preso una vecchia Harley del ’39 per andare dal Friuli a Samarcanda e presto uscirà un film su questa spedizione.

E questo è un punto cruciale: le motociclette. Alfeo, questo il suo vero nome, vive recuperando e costruendo lui stesso motociclette, tanto da trasformare la sua abitazione anche nella sua officina e in un vero e proprio museo da visitare.

Prima di congedarci, ci omaggia di un libro che lui stesso ha scritto raccontando la propria storia, con la premessa di non essere un né un linguista né uno scrittore, ma di aver fatto scorrere parole e punteggiatura seguendo solo il suo sentimento.

Mi capita di ripensare a quell’uomo e a domandarmi che legge segua lo scorrere del suo tempo, ma forse è una di quelle risposte che non so se troverò mai.

“Se chiedete a un anarchico da dove viene, vi risponderà dal mondo. L’anarchia non è che tutti fanno quello che vogliono, la vera anarchia è che siamo tutti uguali”.

Il Cocco
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